mercoledì 16 ottobre 2013

Foliage nel New England

Improvvisamente l'autunno e' arrivato .. e questa zona degli Stati Uniti e' proprio famosa per gli incredibili colori che si possono ammirare nella vegetazione.

Approfittando del lungo weekend che e' appena trascorso, e del Lunedi di vacanza delle scuole per il Columbus Day, abbiamo deciso di fare una gita nel “vicino” stato del New Hampshire, per godere un po di questi colori e delle montagne che si trovano da quelle parti.

Il tempo libero dei giorni precedenti e' stato quindi dedicato alla ricerca del posto migliore dove andare, ma alla fine i nuovi contatti di Germana ci hanno suggerito “Franconia”, una zona nel bel mezzo del parco delle Cannon Mountains ( http://www.cannonmt.com/flumegorge.html), ed in particolare la visita di “ Flumen Gorge”.

Sul sito del consorzio turistico, prima di partire, leggiamo a “chiare lettere” : OPEN FOR BUSINESS! We are OPEN DAILY and are NOT affected by the US government shutdown. We are a NH State Park, self-funded and ready for your visit.

Quindi nonostante i blocchi covernativi dovuti alla crisi politica, possiamo partire.

Dopo 2 ore e 30 di viaggio , al nostro arrivo, la prima impressione e' stata quella di trovarci in un parco Disney piu' che in mezzo alla natura: una grande costruzione di legno, con ristorante , gift shop e poi la biglietteria. Anche il prezzo niente male per una passeggiata in montagna: 66 dollari e siamo tutti e 5 dentro.

 Si tratta di una fantastica passeggiata all'interno di un bosco, all'interno di un canyon molto stretto scavato dall'acqua.



E' molto bello, il sentiero molto curato e pulito, come del resto sono anche le nostre amate Dolomiti, e il parco e'veramente una bellezza.








Bisogna dire che non c'e il pericolo ne di sentirsi troppo soli, ne di perdersi, vista l'alta affluenza di persone che fa assomigliare la passeggiata ad un girone dantesco.

La riflessione se volete scontata , e' sicuramente sulla capacita' dell'ente del turismo del NH, di fare business, sulle bellezze naturali del proprio paese: in fondo basta poco, un semplice cartello davanti ad una piccola insenatura nella roccia ed ecco che hai la tana dell'orso



mercoledì 9 ottobre 2013

Cena internazionale

"Hi …" 
Trovo il saluto di un tizio mai conosciuto sulla chat aziendale. Non e' la prima volta che succede. capita che colleghi mi cerchino per condividere esperienze o farmi domande riguardanti i progetti su cui ho lavorato, ma quello che poi prosegue e' decisamente da annotare:

I heard you are a friend of XYZ
che e' vero, si tratta di un collega tedesco che si e' trasferito dalla Germania con la famiglia e quindi abbiamo avuto modo di scambiarci qualche dritta ,,,

And I heard you met some Italians recently at Ikea”
che e' vero anche questo …

E' per caso il momento del Grande Fratello? No, semplicemente una serie di coincidenze ha portato questa persona a sentir parlare di me piu' volte, e questo e' bastato per invitarmi ad andare a casa sua per una cena. Insieme alla mia famiglia.

Ci siamo trovati cosi' a passare il sabato sera a casa di questo collega mai visto prima, insieme alla famiglia del mio amico tedesco, a mangiar bene, bere vino e chiacchierare di un po di tutto, ma soprattutto a scambiarci “tips & tricks” della vita quotidiana negli States, soprattutto per quello che riguarda la spesa.

Durante questa sera mi sono sentito davvero cittadino del mondo: si parlava per la maggior parte del tempo in Inglese, ma ogni tanto usciva fuori qualche frase in Italiano (la padrona di casa e' italiana) o in tedesco (il padrone di casa e' tedesco cosi' come tutta l'altra famiglia ospite). I bambini dopo la cena sono stati messi a vedere la televisione con un film in italiano, che era la lingua che la maggior parte di loro capiva, ma erano presenti anche i sottotitoli in inglese per per le ragazze tedesche …

Mi vengono cosi' in mente le conclusioni dei weekend in Italia, quando ci mettevamo a letto esausti ma felici dopo aver passato il sabato e domenica tra amici e parenti.

Ora tutto questo non c'e' piu', le relazioni sono tutte da ricostruire; abbiamo lasciato in Italia le condivisioni che riuscivamo ad avere dopo anni di frequentazione con persone che ci conoscono cosi' bene da trovare sempre la parola giusta o il modo migliore per stare insieme qualche ora.

Pero' dobbiamo dire che siamo istintivamente proprio degli “animali sociali” e che gli altri, grazie al cielo captano il nostro bisogno di socialita: negli ultimi cinque week-end ogni sabato sera abbiamo avuto una cena, dove una volta sola e' stata a casa nostra !!!! Avanti il prossimo :)

giovedì 3 ottobre 2013

October mood

Oggi e' il primo Ottobre: sono passati esattamente 3 mesi dal giorno in cui sono atterrato al Logan Bosto Airport. Ho comiciato a conoscere i “meccanismi” americani dal di dentro, l'efficienza ma anche la formalita', le regole a volte contorte su cui si basa il sistema.
Ho passato i primi due mesi in giro per documenti e pratiche e certo non e' stata una cosa semplice semplice (ne il percorso puo' dirsi concluso, anzi …).

E' pero' anche vero che questa e' una situazione normale per qualunque cittadino che si trasferisce in un altro paese, fosse anche l'Italia, con l'unica differenza che qui sono decisamente molto piu' preparati nello gestire queste situazioni: mi sono trovato a pensare agli immigrati in Italia, anche in maniera regolare, e che quindi devono girare per i vari uffici per avere un codice fiscale, registrarsi all'anagrafe, aprire un conto ... mi viene sempre in mente la scena di Asterix e Obelix e una delle loro 12 fatiche


A meta' Agosto e' poi arrivata la famiglia ed allora abbiamo iniziato a vivere la vera vita in questa parte del mondo e proprio in questi giorni ci e' capitato di riflettere su quello che abbiamo trovato.

A tutt'oggi non possiamo non confermare che la nostalgia per cio' che abbiamo lasciato e' tanta; che la rete e quel micro sistema di relazioni che abbiamo lasciato non ci manchi o che a volte lo rimpiangiamo per quello che ci dava e il modo con cui ci si sosteneva reciprocamrente nei momenti di difficolta' e bisogno.

E' pero' anche vero che abbiamo visto con i nostri occhi qualcosa a cui avevamo sempre ambito nel nostro continuo cercare, e che nel non trovare pensavamo oramai fosse una chimera.

Probabilmente la zona in cui ci troviamo amplifica alcuni aspetti positivi e ne nasconde altri della societa' e della cultura americana : parliamo di una nazione che e' piu' grande di tutta l'Europa ed enormi sono le differenze culturali tra stato e stato. Mentre vi racconto ho in mente quindi la realta' di Boston e “ provincia” dove abbiamo trovato un “ambiente culturale” in cui e' insito nelle persone il rispetto dell'altro e del bene comune: i giardini pubblici con l'erba verde tagliata di fresco e senza uno stuzzicadenti per terra, scuole pulite e che basano tutta la loro forza sulle tasse che i residenti versano alla municipalita', e sul valore aggiunto del volontariato dei genitori, che si adopera (anche con una mezoretta al mese) per la comunita scolastica in diversi modi: gestire la discesa dei bambini dalle macchine la mattona all'ingresso della scuola, vigilare e aiutare durante la mensa, offrirsi come “lettori” di storie per una volta all'anno, organizzare la raccolta di fondi a favore della scuola.

L'altro giorno notavo un cartello nella metropolitana di Bostono: “La pulizia di questo treno e' pagata con le tue tasse: aiutaci a tenerlo pulito”. Tutti sono consapevoli che magari anche qui le tasse sono piuttosto alte, ma riesci a vederne un beneficio di ritorno: cito i servizi della scuola elementare vengono pagati con le tasse municipali ma il risultato di una alta tassazione e' che la scuola pubblica a cui vanno i nostri figli, praticamente a costo 0 (paghiamo solo la mensa quando non portano il pranzo da casa per 3 dollari al giorno), offre un sostegno ai bambini non anglofoni con tecnici e tutor dedicati, e tanti specialisti ( di lettura, scrittura, spelling, musica, ecc) che supportano il lavoro degli insegnanti. Leggevo nella newsletter che la preside manda tutti i Lunedi', che quest'anno entra a far parte del team della scuola un insegnante come “sign language interpreter”.

Altra cosa che ci ha colpiti e' il rispetto per il valore del “denaro” e di uno stile di non lucro: ci siamo trovati per varie ragioni a dover interrompere una attivita' sportiva che nostro figlio aveva appena iniziato, e abbiamo chiamato la segreteria del centro sportivo per avvisare che non sarebbe piu andato: dopo 5 minuti la quota versata ( 135 dollari) era di nuovo sulla nostra carta di credito.

E' luogo comune affermare che l'italiano e' facile alla relazione e l'americano tende all'individualismo: non possiamo garantire che questo non sia di solito vero nella maggior parte dei casi, ma la nostra brevissima esperienza in questa cittadina di Winchester ci ha fatto incontrare una comunita' che costantemente si interessa alle nostre necessita' di famiglia di expat e che fatica ad entrare nei meccanismi e nella comprensione di una nuova lingua: al di fuori del suo ruolo di insegnante di un'altra classe, una maestra della scuola che parla un poco l'italiano si e' presentata ai nostri figli come punto di riferimento in caso di bisogno; quando qualcuno dei bambini e' davvero scoraggiato dalla difficolta' di entrare in comunicazione con gli altri bambini senza conoscere la lingua, lei si e' resa disponibile in vari modi, anche invitandoci a casa sua dove si parla italiano: la Preside l'altro giorno ci ha tenuto a presentarci la sua famiglia: il vice preside la mattina accoglie i bambini a scuola con il sorriso, e per i nostri si e' “ attrezzato” con alcune parole di italiano “ Buongiorno” “Dammi il 5”, per dare anche a loro il suo “ benevenuti”.
Abbiamo incontrato persone professionali, serene, contente di fare il proprio lavoro, dove non siamo percepiti come “speciali” o “portatori di problemi”, o di lavoro extra, ma come parte della loro normalita'.

Infine c'e' sicuramente da dire che siamo stati fortunati e, soprattutto grazie alle enormi capacita' di relazione della moglie, abbiamo gia trovato 5 famiglie di italiani che vivono nei dintorni di casa nostra … negli ultimi weekend c'e' sempre stata una cena tra italiani ;-)