Improvvisamente l'autunno e' arrivato .. e questa zona degli Stati Uniti e' proprio famosa per gli incredibili colori che si possono ammirare nella vegetazione.
Approfittando del lungo weekend che e' appena trascorso, e del Lunedi di vacanza delle scuole per il Columbus Day, abbiamo deciso di fare una gita nel “vicino” stato del New Hampshire, per godere un po di questi colori e delle montagne che si trovano da quelle parti.
Il tempo libero dei giorni precedenti e' stato quindi dedicato alla ricerca del posto migliore dove andare, ma alla fine i nuovi contatti di Germana ci hanno suggerito “Franconia”, una zona nel bel mezzo del parco delle Cannon Mountains ( http://www.cannonmt.com/flumegorge.html), ed in particolare la visita di “ Flumen Gorge”.
Sul sito del consorzio turistico, prima di partire, leggiamo a “chiare lettere” :
OPEN FOR BUSINESS!
We are OPEN DAILY and are NOT affected by the US government shutdown. We are a NH State Park, self-funded and ready for your visit.
Quindi nonostante i blocchi covernativi dovuti alla crisi politica, possiamo partire.
Dopo 2 ore e 30 di viaggio , al nostro arrivo, la prima impressione e' stata quella di trovarci in un parco Disney piu' che in mezzo alla natura: una grande costruzione di legno, con ristorante , gift shop e poi la biglietteria.
Anche il prezzo niente male per una passeggiata in montagna: 66 dollari e siamo tutti e 5 dentro.
Si tratta di una fantastica passeggiata all'interno di un bosco, all'interno di un canyon molto stretto scavato dall'acqua.
E' molto bello, il sentiero molto curato e pulito, come del resto sono anche le nostre amate Dolomiti, e il parco e'veramente una bellezza.
Bisogna dire che non c'e il pericolo ne di sentirsi troppo soli, ne di perdersi, vista l'alta affluenza di persone che fa assomigliare la passeggiata ad un girone dantesco.
La riflessione se volete scontata , e' sicuramente sulla capacita' dell'ente del turismo del NH, di fare business, sulle bellezze naturali del proprio paese: in fondo basta poco, un semplice cartello davanti ad una piccola insenatura nella roccia ed ecco che hai la tana dell'orso
mercoledì 16 ottobre 2013
mercoledì 9 ottobre 2013
Cena internazionale
"Hi …"
Trovo il saluto di un tizio mai conosciuto sulla chat aziendale. Non e' la prima volta che succede. capita che colleghi mi cerchino per condividere esperienze o farmi domande riguardanti i progetti su cui ho lavorato, ma quello che poi prosegue e' decisamente da annotare:
“I heard you are a friend of XYZ”
che e' vero, si tratta di un collega tedesco che si e' trasferito dalla Germania con la famiglia e quindi abbiamo avuto modo di scambiarci qualche dritta ,,,
“And I heard you met some Italians recently at Ikea”
che e' vero anche questo …
E' per caso il momento del Grande Fratello? No, semplicemente una serie di coincidenze ha portato questa persona a sentir parlare di me piu' volte, e questo e' bastato per invitarmi ad andare a casa sua per una cena. Insieme alla mia famiglia.
Ci siamo trovati cosi' a passare il sabato sera a casa di questo collega mai visto prima, insieme alla famiglia del mio amico tedesco, a mangiar bene, bere vino e chiacchierare di un po di tutto, ma soprattutto a scambiarci “tips & tricks” della vita quotidiana negli States, soprattutto per quello che riguarda la spesa.
Durante questa sera mi sono sentito davvero cittadino del mondo: si parlava per la maggior parte del tempo in Inglese, ma ogni tanto usciva fuori qualche frase in Italiano (la padrona di casa e' italiana) o in tedesco (il padrone di casa e' tedesco cosi' come tutta l'altra famiglia ospite). I bambini dopo la cena sono stati messi a vedere la televisione con un film in italiano, che era la lingua che la maggior parte di loro capiva, ma erano presenti anche i sottotitoli in inglese per per le ragazze tedesche …
Mi vengono cosi' in mente le conclusioni dei weekend in Italia, quando ci mettevamo a letto esausti ma felici dopo aver passato il sabato e domenica tra amici e parenti.
Ora tutto questo non c'e' piu', le relazioni sono tutte da ricostruire; abbiamo lasciato in Italia le condivisioni che riuscivamo ad avere dopo anni di frequentazione con persone che ci conoscono cosi' bene da trovare sempre la parola giusta o il modo migliore per stare insieme qualche ora.
Pero' dobbiamo dire che siamo istintivamente proprio degli “animali sociali” e che gli altri, grazie al cielo captano il nostro bisogno di socialita: negli ultimi cinque week-end ogni sabato sera abbiamo avuto una cena, dove una volta sola e' stata a casa nostra !!!! Avanti il prossimo :)
Trovo il saluto di un tizio mai conosciuto sulla chat aziendale. Non e' la prima volta che succede. capita che colleghi mi cerchino per condividere esperienze o farmi domande riguardanti i progetti su cui ho lavorato, ma quello che poi prosegue e' decisamente da annotare:
“I heard you are a friend of XYZ”
che e' vero, si tratta di un collega tedesco che si e' trasferito dalla Germania con la famiglia e quindi abbiamo avuto modo di scambiarci qualche dritta ,,,
“And I heard you met some Italians recently at Ikea”
che e' vero anche questo …
E' per caso il momento del Grande Fratello? No, semplicemente una serie di coincidenze ha portato questa persona a sentir parlare di me piu' volte, e questo e' bastato per invitarmi ad andare a casa sua per una cena. Insieme alla mia famiglia.
Ci siamo trovati cosi' a passare il sabato sera a casa di questo collega mai visto prima, insieme alla famiglia del mio amico tedesco, a mangiar bene, bere vino e chiacchierare di un po di tutto, ma soprattutto a scambiarci “tips & tricks” della vita quotidiana negli States, soprattutto per quello che riguarda la spesa.
Durante questa sera mi sono sentito davvero cittadino del mondo: si parlava per la maggior parte del tempo in Inglese, ma ogni tanto usciva fuori qualche frase in Italiano (la padrona di casa e' italiana) o in tedesco (il padrone di casa e' tedesco cosi' come tutta l'altra famiglia ospite). I bambini dopo la cena sono stati messi a vedere la televisione con un film in italiano, che era la lingua che la maggior parte di loro capiva, ma erano presenti anche i sottotitoli in inglese per per le ragazze tedesche …
Mi vengono cosi' in mente le conclusioni dei weekend in Italia, quando ci mettevamo a letto esausti ma felici dopo aver passato il sabato e domenica tra amici e parenti.
Ora tutto questo non c'e' piu', le relazioni sono tutte da ricostruire; abbiamo lasciato in Italia le condivisioni che riuscivamo ad avere dopo anni di frequentazione con persone che ci conoscono cosi' bene da trovare sempre la parola giusta o il modo migliore per stare insieme qualche ora.
Pero' dobbiamo dire che siamo istintivamente proprio degli “animali sociali” e che gli altri, grazie al cielo captano il nostro bisogno di socialita: negli ultimi cinque week-end ogni sabato sera abbiamo avuto una cena, dove una volta sola e' stata a casa nostra !!!! Avanti il prossimo :)
giovedì 3 ottobre 2013
October mood
Oggi e' il primo Ottobre: sono
passati esattamente 3 mesi dal giorno in cui sono atterrato al Logan
Bosto Airport. Ho comiciato a conoscere i “meccanismi” americani
dal di dentro, l'efficienza ma anche la formalita', le regole a volte
contorte su cui si basa il sistema.
Ho passato i primi due mesi in giro per documenti e pratiche e certo non e' stata una cosa semplice
semplice (ne il percorso puo' dirsi concluso, anzi …).
E' pero' anche vero che questa e'
una situazione normale per qualunque cittadino che si trasferisce in
un altro paese, fosse anche l'Italia, con l'unica differenza che qui
sono decisamente molto piu' preparati nello gestire queste
situazioni: mi sono trovato a pensare agli immigrati in Italia, anche in maniera regolare, e che quindi devono girare per i vari uffici per avere un codice fiscale, registrarsi all'anagrafe, aprire un conto ... mi
viene sempre in mente la scena di Asterix e Obelix e una delle loro 12 fatiche
A meta' Agosto e' poi arrivata la
famiglia ed allora abbiamo iniziato a vivere la vera vita in questa
parte del mondo e proprio in questi giorni ci e' capitato di
riflettere su quello che abbiamo trovato.
A tutt'oggi non possiamo non
confermare che la nostalgia per cio' che abbiamo lasciato e' tanta;
che la rete e quel micro sistema di relazioni che abbiamo lasciato
non ci manchi o che a volte lo rimpiangiamo per quello che ci dava e
il modo con cui ci si sosteneva reciprocamrente nei momenti di
difficolta' e bisogno.
E' pero' anche vero che abbiamo
visto con i nostri occhi qualcosa a cui avevamo sempre ambito nel
nostro continuo cercare, e che
nel non trovare pensavamo oramai fosse una chimera.
Probabilmente la zona in cui ci
troviamo amplifica alcuni aspetti positivi e ne nasconde altri della
societa' e della cultura americana : parliamo di una nazione che e'
piu' grande di tutta l'Europa ed enormi sono le differenze culturali
tra stato e stato. Mentre vi racconto ho in mente quindi la realta'
di Boston e “ provincia” dove abbiamo trovato un “ambiente
culturale” in cui e' insito nelle persone il rispetto dell'altro e
del bene comune: i giardini pubblici con l'erba verde tagliata di
fresco e senza uno stuzzicadenti per terra, scuole pulite e che
basano tutta la loro forza sulle tasse che i residenti versano alla
municipalita', e sul valore aggiunto del volontariato dei genitori, che
si adopera (anche con una mezoretta al mese) per la comunita
scolastica in diversi modi: gestire la discesa dei bambini dalle
macchine la mattona all'ingresso della scuola, vigilare e aiutare
durante la mensa, offrirsi come “lettori” di storie per una
volta all'anno, organizzare la raccolta di fondi a favore della
scuola.
L'altro giorno notavo un cartello nella metropolitana di Bostono: “La pulizia di questo treno e' pagata con le tue tasse: aiutaci a tenerlo pulito”. Tutti sono consapevoli che magari anche qui le tasse sono piuttosto alte, ma riesci a vederne un beneficio di ritorno: cito i servizi della scuola elementare vengono pagati con le tasse municipali ma il risultato di una alta tassazione e' che la scuola pubblica a cui vanno i nostri figli, praticamente a costo 0 (paghiamo solo la mensa quando non portano il pranzo da casa per 3 dollari al giorno), offre un sostegno ai bambini non anglofoni con tecnici e tutor dedicati, e tanti specialisti ( di lettura, scrittura, spelling, musica, ecc) che supportano il lavoro degli insegnanti. Leggevo nella newsletter che la preside manda tutti i Lunedi', che quest'anno entra a far parte del team della scuola un insegnante come “sign language interpreter”.
Altra cosa che ci ha colpiti e' il rispetto per il valore del “denaro” e di uno stile di non lucro: ci siamo trovati per varie ragioni a dover interrompere una attivita' sportiva che nostro figlio aveva appena iniziato, e abbiamo chiamato la segreteria del centro sportivo per avvisare che non sarebbe piu andato: dopo 5 minuti la quota versata ( 135 dollari) era di nuovo sulla nostra carta di credito.
E' luogo comune affermare che l'italiano e' facile alla relazione
e l'americano tende all'individualismo: non possiamo garantire che
questo non sia di solito vero nella maggior parte dei casi, ma la
nostra brevissima esperienza in questa cittadina di Winchester ci ha
fatto incontrare una comunita' che costantemente si interessa alle
nostre necessita' di famiglia di expat e che fatica ad entrare nei
meccanismi e nella comprensione di una nuova lingua: al di fuori del
suo ruolo di insegnante di un'altra classe, una maestra della scuola
che parla un poco l'italiano si e' presentata ai nostri figli come
punto di riferimento in caso di bisogno; quando qualcuno dei bambini
e' davvero scoraggiato dalla difficolta' di entrare in comunicazione
con gli altri bambini senza conoscere la lingua, lei si e' resa
disponibile in vari modi, anche invitandoci a casa sua dove si parla
italiano: la Preside l'altro giorno ci ha tenuto a presentarci la
sua famiglia: il vice preside la mattina accoglie i bambini a
scuola con il sorriso, e per i nostri si e' “ attrezzato” con
alcune parole di italiano “ Buongiorno” “Dammi il 5”, per
dare anche a loro il suo “ benevenuti”.
Abbiamo incontrato persone professionali, serene, contente di fare
il proprio lavoro, dove non siamo percepiti come “speciali” o
“portatori di problemi”, o di lavoro extra, ma come parte della
loro normalita'.Infine c'e' sicuramente da dire che siamo stati fortunati e, soprattutto grazie alle enormi capacita' di relazione della moglie, abbiamo gia trovato 5 famiglie di italiani che vivono nei dintorni di casa nostra … negli ultimi weekend c'e' sempre stata una cena tra italiani ;-)
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